Articolo di Raffaella Polato 01 mag 2020
Piccole? Prese singolarmente, sì. Ma sono cresciute, tanto, nei sei anni di bilanci analizzati per L’Economia dall’Ufficio studi di ItalyPost. Prendiamo la fascia tra i 20 e i 120 milioni di fatturato, che è poi la più «affollata » (artigianato a parte) dell’imprenditoria italiana. Le 800 aziende Champions che hanno meritato il titolo per i loro tassi di sviluppo, di redditività e di solidità finanziaria avevano, nel 2012, una dimensione media di 24,6 milioni di ricavi. Nel 2018, anno degli ultimi bilanci depositati, avevano quasi raddoppiato: 45,5 milioni. Equivale a un tasso di crescita medio annuo del 10,79%…
Le forze in campo
Quel tasso è stato in larga parte confermato nel 2019, suggeriscono i dati preliminari, nonostante l’economia italiana ed europea fossero già in rallentamento e benché il commercio mondiale fosse sottosopra causa guerra dei dazi. Dopodiché è arrivato il Coronavirus. Si è fermata la Cina (dove anche i «piccoli» esportano, spesso), poi l’Italia (dove intendono continuare a produrre, consapevoli che il «made in» fa la differenza), ora rischia di farlo il «mercato interno» d’Europa (dove gli altri grandi Paesi hanno, fino a ieri, ignorato o finto di ignorare che avrebbero avuto la nostra stessa emergenza medico- sanitaria). Perciò, del 2020 nessuno è ancora in grado di dire nulla. È certo che la «botta» da Coronavirus sarà forte. Quanto, dipenderà ovviamente dalla durata e dall’estensione della crisi. Sicure sono anche altre due cose. La prima: dopo le critiche per la confusione iniziale, oggi anche i Champions ringraziano il governo per i provvedimenti presi la settimana scorsa (la «manovra» da 25 miliardi a sostegno di aziende, lavoratori, famiglie).
leggi l’articolo completo…